martedì 19 giugno 2007

Il paese di pulcinella - LVDR21

Tutto... e il contrario di tutto.

Se dovessi cercare di fare una sintesi di ciò che vedo o sento in generale suppongo che questa sia la frase che meglio riassume una situazione di stallo perenne. A volte si sente dire che “L'Italia è il paese di Pulcinella”, senza considerare che di fatto l'Italia siamo noi, a partire proprio dalle piccole realtà sino a giungere alle grandi metropoli, quindi è veritiero presumere che ciascuno di noi contribuisca almeno in parte a renderlo tale, ma tralasciando sì tediosa consecutio logica, giungiamo al dunque.

Nel giro di poche settimane si sono susseguiti una serie di eventi che danno adito a riflessioni più o meno impegnative, ma tali da renderli preoccupanti non solo per il numero, ma soprattutto per il contenuto.

Tanto per cominciare non è di molti giorni fa la notizia dell'ennesima “Emergenza Rifiuti” in Campania, come se il problema fosse mai stato risolto o, peggio ancora, come se ci fosse mai stata realmente la voglia e il desiderio di cambiare, di mutare questo stato di fatto. I miei 26 anni di età non possono certo catalogarmi come una persona chissà quanto vissuta, ma se non ricordo male già 16 anni or sono (età in cui i ricordi cominciavano ad essere più limpidi) la città di Napoli era periodicamente invasa dai propri rifiuti. L'aggettivo “propri” è bene sottolinearlo per tenerlo a mente qualora qualcuno dovesse ribadire, com'è già stato fatto, che tale spazzatura non gli appartenga. Tanto per divertirci un po', formuliamo una divertente ipotesi: poniamo il caso che nessun paese, alcun cittadino voglia più smaltire i suoi rifiuti a casa propria, considerando il fatto che il ragionamento possa estendersi anche tra stato e stato, e constatando che in questo mondo tutti gli spazi sono stati occupati o rivendicati da qualche nazione, l'unica soluzione che mi viene in mente è quella di chiamare in raccolta un gran numero di scienziati fisici per spronarli a creare un bel buco nero che possa risucchiare tutti i nostri rifiuti... nella speranza che non prenda anche noi.

Tutto questo ragionamento, evidentemente per assurdo, è privo anche di un'altra considerazione, non certo meno importante: il territorio campano è quello dove il fenomeno dell'evasione fiscale divampa maggiormente. Da che mondo è mondo ciascuno di noi, per poter ricevere un servizio in cambio, è soggetto a dover versare una quota pari al corrispettivo del servizio richiesto, dubito tuttavia che tale concetto sia stato acquisito dai miei amici partenopei. Facendo una breve sintesi, i cittadini pagano meno tasse, non vogliono smaltire i rifiuti a casa propria e richiedono gratis dallo Stato un servizio che loro non sono in grado di soddisfare. L'erario, tuttavia, dovrà sborsare dei soldi che per deduzione logica non provengono dai soli cittadini campani, ma quindi intaccano anche i fondi versati dai contribuenti che nella fattispecie pagano le tasse, smaltiscono la spazzatura a casa propria e si vedono privati dei fondi che potevano essere impiegati per servizi a loro necessari. Il ragionamento non fa una grinza, peccato che chi ci va di mezzo siano sempre i soliti “fessi”, poi ci lamentiamo se non ci sono i fondi per costruire una rete idrica decente che possa permetterci di ricevere l'acqua anche d'estate.

Naturalmente questa non è la sola causa di un simile disagio, né tanto meno intendo insinuare che tutti i cittadini campani non paghino le tasse, ma in proporzione che il popolo sia maggiormente evasore rispetto ad altri è un dato di fatto che piaccia o meno.

Vorrei poter affrontare anche altre tematiche, ma mi rendo conto solo ora di essermi dilungato sin troppo, pertanto chiedo scusa se la lettura non sia stata abbastanza scorrevole sperando di poterci incontrare anche nel prossimo numero.

Nessun commento:

Posta un commento