martedì 23 giugno 2009

Analisi Referendum 21 e 22 Giugno 2009

I grandi partiti non lo diranno mai, sono mica stupidi, ma il referendum del 21 e 22 Giugno 2009 ha bocciato in pieno il bipartitismo italiano.
La nazione non è stupida, gli italiani lo dimostrano, i due blocchi politici PD e PDL sono serviti e sono stati appoggiati in un momento delicato della politica italiana, quando ogni piccolo schieramento riusciva a mettere in ginocchio il paese rendendolo ingovernabile, quando chi aveva ricevuto la maggioranza non poteva reggersi perché sempre sotto schiaffo morale delle minoranze interne, dando un'immagine dell'Italia frammentata, poco costruttiva, ma soprattutto mostrando una classe politica che non era in grado di fare il proprio dovere: sedersi a tavolino e giungere a un accordo ciascuno conscio del proprio peso politico, mettendo da parte stupidi orgogli di partito.
Questo risultato ci dice molte cose, prima fra tutte che un sistema bipartitico non piace, l'Italia non è l'America, sarebbe stupido buttare via tutta la nostra storia per seguire un sistema che non ci appartiene, per fortuna viviamo in un mondo in cui non esiste solo il bianco o il nero, ma tante sfumature interne e una varietà di colori infinita.
Il secondo messaggio altrettanto importante che non deve cessare d'esistere è che il Paese è pronto a ridare fiducia alla “vecchia” politica, quella che rappresenta anche le minoranze, ma col monito che qualora si dovesse ripresentare la situazione di ingovernabilità dettata da conflitti interni, si è pronti a sbatterla fuori e fare un po' di “pulizia” così com'è stato fatto in passato.
Lega, UDC e Rifondazione Comunista festeggiano, Fini imputa la poca affluenza a un linguaggio “troppo tecnico”, Emma Bonino parla di poca informazione, il PDL vaneggia la morte del referendum... non avete capito proprio niente.
L'unico che ha colto nel segno il messaggio referendario è stato Piero Marrazzo:
“gli italiani hanno mandato un segnale che la riforma va fatta, ma in senso bipolare e non bipartitico. Gli italiani vogliono che la faccia chi deve farla, cioè il Parlamento: le forze politiche riflettano su questo”.
Gli italiani avrebbero votato in blocco “NO” sulla prima e sulla seconda scheda, ma dato che avrebbero “rischiato” di far raggiungere il quorum ed essendo il referendum di tipo abrogativo, hanno dimostrato ancora una volta di essere particolarmente attenti sulla scena politica, al massimo c'è stata poca informazione riguardo la possibilità di poter ritirare anche solo una delle tre schede referendarie, ma è poco conto rispetto alla riforma elettorale che, all'unisono, va cambiata.
Tutto ciò fa capire come, sebbene ci sia l'80% degli italiani che voti per i due grandi schieramenti, essi non vogliono affidargli incondizionatamente le sorti della nazione.
Le aggregazioni piacciono, rispecchiano la mentalità popolare, ma è necessario lavorare affinché queste riescano a mantenere stabile l'azione di governo, per questo non ha vinto nessuno schieramento politico, né la Lega, l' UDC o Rifondazione, il messaggio è chiaro e limpido, non vedo come possa essere interpretato diversamente.

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