lunedì 14 maggio 2007

In rif. a: I cammelli al galoppo

La repubblica pubblicata così l'articolo scritto da EUGENIO SCALFARI , permettetemi un paio di considerazioni.

A parte che il titolo presenta una classico errore di traduzione, in quanto la parola “cammello” è stata tradotta erroneamente da secoli volendo significare in realtà un tipo di corda usata dai pescatori dell’epoca, credo di poter affermare che in realtà un comportamento del genere c’era da aspettarselo.
Il popolo, la gente, tende ad identificarsi in qualcosa, vuole prender posizione (a mio avviso seguendo più un comportamento di branco animalesco) in comunione con altre persone.
E’ palese che oggi giorno la politica ha perso quel senso di raggruppamento ed identificazione popolare (pensiamo alle grandi masse del socialismo/comunismo, agli anarchici, ai fasciti, oggi ridotti a sporadiche apparizioni) ed era pertanto inevitabile che la massa tenda a ritrovare una contrapposizione tale da poterla contraddistinguere da un suo opposto, se così si può esprimere.
Questo è ciò che sta accadendo a mio avviso. Un popolo che ha perso la propria identità e che se ne sta formando una nuova.
Detto ciò, è triste constatare come Berlusconi tenti sempre ed in qualsiasi occasione di portare a se quanta più gente sia possibile, ma d’altro canto c’è stato un Casini che ha ribadito la mancanza di gusto del vecchio premier, ma l’articolo come è ovvio che sia non ne riporta passo.
Riprendo un paio di passi dell’articolo:
“Ho già detto: non siamo ghibellini. Ma sentiamo che forze potenti ci spingono a diventarlo.”
Diciamo pure che una simile contrapposizione farebbe comodo alla politica, per svariate ragioni. D’altro canto, almeno al family day, non si sono saccheggiati ipermercati, sfondate vetrine, rubato beni non certo di consumo quali televisori al plasma, personal computer e quan’altro mascherandoli da “lotta proletaria”. Perchè ho l’impressione che i ghibellini siano presenti sul territorio nazionale ancor prima del “guelfi”? Poi si vuol far credere che “si è spinti” nel diventarlo? Credo proprio che esistano ormai già da tempo.
Un’altra frase che non ho ben capito è questa:
“Gesù di Nazareth rovesciò i tavoli dei mercanti e li scacciò a frustate dal Tempio. Gesù di Nazareth predicava la pace ma sapeva usare la spada quando fosse necessario.”
La spada? Diciamo che certamente non ci andava leggero con chi professava una falsa testimonianza, ma credete che oggi un Gesù di Nazareth portarebbe come vessillo uno slogan quale “PACS”? Se pensate ciò, allora siamo proprio in contrapposizione.
D’altro canto, la contrapposizione è stata creata proprio nel momento in cui a San Giovanni, se la memoria non m’inganna, non era presente alcuno stemma politico, mentre a Piazza Navona le bandiere dei Comunisti Italiani la facevano da padrona (ma ci siamo abituati, in fin dei conti anche una giornata come “il primo Maggio”, dedicata ai lavoratori, è palesemente schierata a sinistra, ma di questo fa comodo non parlare). E allora di quale contrapposizione stiamo parlando? Sembra che ormai sia tutto solo un pretesto per rafforzare qualcosa che, ripeto, già esiste da anni.
Almeno sulla conclusione sono d’accordo: “bisognerebbe proprio farlo un raduno di massa su Gesù di Nazareth. Non credo che il trono e l’altare uniti insieme siano di suo gusto”, ma a questo raduno non ci si aspetti solo bandiere rosse, perchè la maggior parte dei cattolici è concorde con una simile affermazione, peccato che si guarda sempre al peggio e mai a ciò che di buono “i cattolici” facciano nel mondo.

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